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      Donne! Amore! Se la più bella creatura di questa terra m’avesse detto in quel momento come la duchessa Giosiana al saltimbanco Gymplaine: — T’amo, t’accetto, vieni, — non mi sarei voltato per veder com’era fatta. Quello stesso pensiero: — Questa sera vedrò Londra, — che la mattina mi eccitava tanto, allora mi dava un senso di noia insopportabile. — E dire che son venuto qui, — pensavo in quel vaneggiamento, — per mia elezione, per divertirmi! Ah insensato! E pensare che dovrò per forza ripassare il mare! Ah è impossibile, non me la sento più, ci lascerei la vita.... Resterò in Inghilterra.... cercherò un mezzo di vivere a Londra... farò il commesso di bottega.... il maestro d’italiano... purchè io non vegga più mare! Morire, quando giunga la mia ora, sta bene; ma mai più questo supplizio!
      Poche ore dopo desinavo nella stazione della strada ferrata di Brighton, e avevo rinunziato al proposito di morire in Inghilterra.
      Quando partii per Londra, cominciava a farsi notte, mi rincantucciai nel vagone e mi misi ad assaporare quel grande pensiero che di là a poche ore sarei stato a Londra. — Londra! — Mi ripetevo questo nome, me lo facevo sonare nella mente con compiacenza, come si fa sonare sul tavolo una moneta d’oro. — Londra! — Provavo non so che gusto a dire a me stesso, come se non l’avessi saputo prima, che era una città spropositata, un mare magno, una babilonia, un caos, una cosa favolosa. — È la più grande città della terra! pensavo, — e in questo v’è qualcosa di assoluto, che in nessun’altra città si ritrova, perchè, se ve n’ha delle altre più belle, di quale si può dire: — È la più bella?


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Ricordi di Londra
di Edmondo De Amicis
Treves Milano
1874 pagine 86

   





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