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      Dall’alto delle arcate sulle quali corre la strada ferrata, la vista si spinge comodamente nei segreti di questa miseria. Si veggono donne sparute che sporgonsi mezzo nude dalle finestre, fanciulli pallidi che si avvoltolano nel fango dei cortili coi porci, inseparabili compagni delle famiglie irlandesi, cenci appesi al disopra delle vie come per intercettare la luce ed il calore; qua e là negli spazii liberi mucchi di rottami e di immondizie; da ogni lato degli stagni fetidi, che attestano la mancanza di ogni regola per lo scolo delle acque. Ecco lo spettacolo che presenta White Chapel a volo d’uccello. Che sarebbe poi se si potesse con una magia, che questa volta non avrebbe nulla di diabolico, levare i tetti dalle case e contare i gemiti e le imprecazioni che s’innalzano al cielo!»
      Ed altrove, parlando degli immondi quartieri di Spitalfield e di Bethnal Green, dove formicolano più di 150.000 tessitori, la maggior parte irlandesi, «le case di questo distretto, ci dice il celebre economista, sono in uno stato di sfacelo tale, che a stento potrebbe farsene un’idea. Sono spesso fabbricate con tavole mal connesse, il che dà loro ben presto l’aspetto delle più immonde stalle. Quando queste catapecchie sono chiuse in causa del pericolo che vi sarebbe ad abitarle, poichè i locatari le abbandonano prima che siano abbattute, si trova sempre qualche famiglia irlandese che non potendo pagare il prezzo d’affitto, va a cercarvi un ricovero a guisa di animali immondi. In un quartiere dove le vie quando piove formano degli stagni, la febbre non tarda ad esalare da queste macerie appestate.


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Ricordi di Londra
di Edmondo De Amicis
Treves Milano
1874 pagine 86

   





White Chapel Spitalfield Bethnal Green