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      S’entra nel boulevard Saint Martin. È un altro passo innanzi sulla via dell’eleganza e della grandezza. I chioschi variopinti si fanno più fitti, le botteghe più splendide, i caffè più pomposi. I terrazzini e le righinette delle case si coprono di cubitali caratteri dorati che danno a ogni facciata l’aspetto del frontispizio d’un libro gigantesco. I frontoni dei teatri, gli archi delle gallerie di passaggio, gli edifizi rivestiti di legno fino ai primi piani, le trattorie che s’aprono sulla strada in forma di tempietti e di teatri luccicanti di specchi, si succedono senza interstizii, gli uni congiunti agli altri, come una sola bottega sterminata. Mille ornamenti, mille gingilli, mille richiami, vistosi, capricciosi, ciarlataneschi, sporgono, dondolano, si rizzano da tutte le parti, luccicano a tutte le altezze, confusamente, dietro agli alberi, che stendono i loro rami frondosi sui chioschetti, sui sedili dei marciapiedi, sulle piccole stazioni degli omnibus, sulle fontane, sui tavolini esterni dei caffè, sulle tende ricamate delle botteghe, sulle gradinate marmoree dei teatri. Al boulevard Saint Martin succede il boulevard St. Denis. La grande strada s’abbassa, si rialza, si stringe, riceve dalle grandi arterie dei popolosi quartieri vicini ondate di cavalli e di gente, e si stende davanti a noi, a perdita d’occhi, brulicante di carrozze e nera di folla, divisa in tre parti da due enormi ghirlande di verzura che la riempiono d’ombra e di freschezza. Son tre quarti d’ora che si va a passo a passo, serpeggiando, rasentando file interminabili di carrozze che danno l’immagine di favolosi cortei nuziali che si estendano da un capo all’altro di Parigi.


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Ricordi di Parigi
di Edmondo De Amicis
Treves Milano
1879 pagine 192

   





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