Pagina (157/192)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Gli gridarono la croce per le crudità della Curée; egli andò del doppio più in là nell’Assommoir. Prova una feroce voluttà nel provocare il pubblico. «Gli insuccessi» non gli passano nemmeno la prima pelle. Avanti! — disse dopo una delle sue più grandi cadute — ; io sono a terra; ma l’arte è in piedi. Forse che la battaglia è perduta perchè il soldato è ferito? Al lavoro, e ricominciamo! — E dice il fatto suo alla critica, alla sua maniera. — La critica francese manca d’intelligenza — ; nientemeno. — Non ci sono in tutta la Francia che tre o quattro uomini capaci di giudicare un libro. — Gli altri o giudicano con tutti i pregiudizii letterarii degli sciocchi, o sono pretti impostori. — Ha questo gran difetto, — come gli diceva un amico: — che quando parla con un imbecille, gli fa capire immediatamente che è un imbecille; — difetto, — dice, — che gli chiuderà sempre tutte le porte. Ma a lui non importa d’essere, amato. Egli considera il pubblico come il suo nemico naturale. Che serve accarezzarlo? È una mala bestia che risponde alle carezze coi morsi. Tanto vale mostrargli i denti e fargli vedere che non sono meno forti dei suoi. Latri a sua posta, purchè ci segua. Eppure s’ingannano quelli che argomentano da questa sua asprezza di carattere ch’egli non abbia cuore. Tutti i suoi amici intimi lo affermano. In casa, colla sua famiglia, è un altro Zola; ha pochi amici, ma li ama fortemente; non è espansivo, ma servizievole. E scrive delle lettere piene di sentimento. Ha un cuore affettuoso, sotto una corazza d’acciaio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ricordi di Parigi
di Edmondo De Amicis
Treves Milano
1879 pagine 192

   





Curée Assommoir Francia Zola