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      Eh! allora, durante
      quel primo tempo della luna di miele, si scusa tutto. La corruzione! Fanno ridere. Accorrono là gli scapestrati da tutte le plaghe dei venti, affamati di vizio, e ci fanno ira di Dio, rabbiosi che non ci si possa fare di peggio, e quando si son vuotati la borsa e le ossa, tornano nei loro paesi e gridano: — Che lupanare! — Ah sì, tocca davvero alle altre grandi città d’Europa a gridare allo scandalo: le ipocrite! E poi «la leggerezza!» È vero; ma «i gravi pensieri» di altri popoli ci rammentano un po’ i pensieri di quel tal poeta tedesco, canzonato dall’Heine; quei pensieri celibi, che si fanno il caffè da sè e la barba da sè, e vanno a cogliere dei fiori pel proprio giorno onomastico nel giardino di Brandeburgo. E poi «la blague!» Ma se già si è appiccicata a noi, stranieri, nel soggiorno d’un mese, e ne portan via tutti un pochino, per il proprio consumo, quando tornano nelle loro patrie modeste! Ma s’ha ben altro da fare che difender Parigi mentre ci agitiamo fra le sue braccia. Il tempo vola, non vogliamo perderne un’ora, abbiamo mille cose da cercare, da studiare, da godere; ci piglia la furia di far entrar in ogni giornata, come il ladro nel sacco, tutta la ricchezza che vi può capire; un demone implacabile ci caccia a sferzate di salotto in salotto, dal teatro all’accademia, dall’uomo illustre al bouquiniste, dal caffè al museo, dalla sala da ballo all’ufficio del giornale; e la sera, quando la grande città ci ha detto e dato tutto quello che le abbiamo domandato, sempre amabile e allegra; quando sediamo a cena cogli amici, stanchi, ma contenti di sentirci la nostra preda nella testa e nel cuore, e ci cominciano a scoppiettare intorno le arguzie e gli aneddoti, e il primo bicchiere di Champagne ci tinge di color d’oro tutti i ricordi della giornata; allora con che slancio d’entusiasmo salutiamo la grande Parigi, l’ospite amorosa e magnifica, che a tutti apre le braccia, e profonde ridendo baci, oro ed idee, e rinfiamma in tutti i cuori col suo soffio giovanile il furore della gloria e l’amore della vita!


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Ricordi di Parigi
di Edmondo De Amicis
Treves Milano
1879 pagine 192

   





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