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      Ma vi vergognerete improvvisamente di quell’odio un altro giorno, pensando all’enormità del vuoto che vi rimarrebbe nella mente se ne uscisse a un tratto tutto ciò che quella città vi ci ha messo dalla vostra infanzia fino a quel giorno. Fino all’ultimo momento Parigi vi farà mille dispetti e mille carezze, come una bella donna nervosa, e voi proverete tutti gli alti e bassi d’una passione: oggi a’ suoi piedi, umili; domani presi dal furore di morderla e di insultarla, e poi daccapo a chiederle perdono, affascinati. Ma sentirete ogni giorno più stringersi il legame che v’unisce a lei. E si sente più che mai quando si parte, la sera che si passa per l’ultima volta, rapidamente, in mezzo a quell’immenso splendore dei boulevards, a cui succede tutt’a un tratto la mezza oscurità lugubre d’una stazione enorme e nuda. Allora, per quanto si desideri di riveder la patria, si è presi da una grande tristezza all’idea di ritornare in quel piccolo dormitorio di città da cui si è partiti, e si porge l’orecchio per l’ultima volta al tumulto lontano di Parigi con uno struggimento inesprimibile di desiderio e d’invidia. E dal fondo del vagone, al buio, rivedete la città, come l’avete vista una bella mattina di luglio da una torre di Nôtre Dame; attraversata dall’enorme arco azzurro della Senna, coi suoi lontani orizzonti violacei, immensa e fumante, nel punto in cui dalla piazza sottoposta i tamburi d’un reggimento vi mandavano su un eco della battaglia di Magenta. Oh! bella e tremenda peccatrice — esclamate allora — io t’assolvo, e a rischio della dannazione dell’anima, t’amo!


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Ricordi di Parigi
di Edmondo De Amicis
Treves Milano
1879 pagine 192

   





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