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      al quale risposi:
      Gracias," a contracorpo (è la parola che ci va) perchè avevo una fame da conte Ugolino. Davanti a me, proprio co' piedi contro i miei, c'era una monaca, giovane, a giudicarne dal mento, ch'era quel po' di viso che appariva sotto il velo, e da una mano che lasciava come abbandonata sur un ginocchio. Io le tenni gli occhi addosso per più d'un'ora, sperando che alzasse il viso; ma rimase immobile come una statua. Eppure dal suo atteggiamento era facile accorgersi che faceva uno sforzo per resistere alla naturalissima curiosità di guardarsi intorno; e per questo appunto mi destò un sentimento d'ammirazione.-Che costanza!-pensavo,-che vigore di volontà! che forza di sacrifizio, anche nelle più piccole[40] cose! che nobile disprezzo delle vanità umane!-Stando in questi pensieri, chinai gli occhi sulla sua mano,-era una bianca e piccola mano-e mi parve di vederla muovere; guardo meglio, e vedo che si allunga adagio adagio fuor della manica, e allarga le dita, e si appoggia sul ginocchio un po' avanti, così, in modo da spenzolare, e si rigira un po' da un lato, e si raccoglie e si ridistende... Dei del cielo! Altro che disprezzo delle vanità umane! Era impossibile ingannarsi: tutto quel lavorìo era fatto per mettere in mostra la manina! E non alzò una volta la testa in tutto il tempo che rimase là, e non lasciò vedere il viso neanco quando scese! Oh imperscrutabile profondità dell'anima femminile!
      Era scritto che in quel viaggio non dovessi incontrar altri amici che i preti.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





Ugolino