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      Era la prima cattedrale che corrispondeva all'immagine ch'io m'ero formato delle cattedrali spagnuole, varie, pompose, straricche. La cappella maggiore, sormontata da una vasta cupola gotica in forma di tiara, racchiude in sč sola le ricchezze d'una gran chiesa; l'altar maggior č d'alabastro, coperto di rosoni, di volute, di rabeschi; la volta ornata di statue; a destra e a sinistra, tombe ed urne di principi: in un angolo la scranna sulla quale siedevano i Re d'Aragona per ricevere la consacrazione. Il coro, che sorge[52] in mezzo alla navata principale, č un monte di tesori. La sua cinta esteriore, nella quale sono aperte alcune piccole cappelle, presenta una incredibile varietą di statuette, di colonnine, di bassorilievi, di fregi, di pietre, da dover star lą una giornata per poter dire d'aver visto qualcosa. I pilastri delle due ultime navate, e gli archi che s'incurvano sulle cappelle, sono sopraccarichi, dalla base alla volta, di statue,-alcune enormi che par reggan sulle spalle l'edifizio,-di emblemi, di sculture e d'ornamenti d'ogni forma e d'ogni grandezza. Nelle cappelle una profusione di statue, di ricchi altari, di tombe regie, di busti, di quadri, che immersi come sono in una mezza oscuritą, non offrono allo sguardo che una confusione di colori, di luccichii, di forme vaghe, tra le quali l'occhio si perde, e l'immaginazione si stanca. Dopo molto correre di qua e di lą, col quaderno aperto e la matita in mano, notando e disegnando, mi s'ingarbugliņ la testa, stracciai i fogli rabescati, promisi a me stesso che non avrei scritto nulla di nulla, uscii dalla chiesa, e mi rimisi a girar per la cittą, senza veder altro, per lo spazio d'una mezz'ora, che lunghe navate oscure, e statue biancheggianti in fondo a cappelle misteriose.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





Aragona