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      vi levano i peli dal vestito quando uscite, vi dicono:
      O pobrecito!" quando tornate infangati, vi raccomandano di non dormire col capo basso quando vi danno la buona notte, vi porgono il caffè a letto dicendovi benevolmente: "Stia queto, via, non sta bene!" Una si chiamava Beatriz, un'altra Carmelita, un'altra Amparo (Protezione); belle tutte e tre di quella poderosa bellezza montanina, che fa esclamar con un vocione di basso:-Che-bel-pez-zo-da-ses-san-ta!-Quando correvano pei corridoi, tutta la casa tremava.
      L'indomani mattina al levar del sole, Amparo mi gridò nell'orecchio:-Caballero!-Un quarto d'ora dopo ero già nella strada. Burgos, posta alle falde d'una montagna, sulla riva destra dell'Arlanzon, è una città irregolare, di strade tortuose e strette, con pochi edifizi notevoli, e la maggior parte delle case non più antiche del secolo decimosettimo. Ma ha una qualità particolare che la rende curiosa e geniale: è variopinta come uno di quei scenari da teatro di marionette, coi quali i pittori si sono proposti di strappare un grido di stupore alle serve della platea. Pare una città stata colorita apposta per una festa carnovalesca, col proposito di rimbiancarla poi. Le case son rosse, gialle, azzurre, cinerine, ranciate, con ornamenti e contorni di altri mille colori; e tutto vi è dipinto: battenti di porte, ringhiere di terrazzini, inferriate, cornicioni, mensole, bozze, sporti, davanzali.[81] Tutte le strade sembrano parate a festa; a ogni svoltata è un colpo d'occhio diverso; in ogni parte è come una gara di colori, che fanno a quale tira più gli sguardi; vien quasi da ridere; vi son colori che non si son mai visti sui muri; verde, incarnato, porporino; colori di fiori strani, di salse, di dolci, di stoffe da veste da ballo; se ci fosse a Burgos un manicomio di pittori si direbbe che la città fu colorita un giorno che scapparono i pazzi.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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