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      Era una bottega ampia, pulita, con due stupende vetrine a destra e sinistra della porta; sulla soglia, una donnina sorridente, che faceva la calza, e un ragazzo, in fondo, che giocava. Eppure, guardando quella bottega, l'uomo pių freddo avrebbe sentito una stretta al cuore, l'uomo pių allegro si sarebbe turbato. Ve la do in mille a indovinare. Nelle vetrine, dietro i battenti della porta, lungo le pareti, e su, fin quasi al soffitto, l'una sull'altra, in bell'ordine, come ceste di frutta, quali coperte di un bel velo ricamato, quali infiorate, dorate, scolpite, dipinte, v'eran tante casse da morto. Dentro, le casse per gli uomini; fuori, quelle pei bambini. Una delle vetrine combaciava dalla parte esterna con la vetrina d'una bottega da salumaio, in modo che le casse toccavan quasi le uova e i formaggi; e si poteva dare benissimo che un cittadino frettoloso,[96] credendo d'andarsi a comperar la colezione, sbagliasse la porta, e andasse a inciampar nelle bare: scambio poco atto a stuzzicar l'appetito.
      E poichč sono a parlar di botteghe, entriamo in una bottega da tabaccaio, a vedere che c'č di diverso dalle nostre. In Spagna, all'infuori dei cigarritos e degli Avana, che si vendono in botteghe a parte, non si fumano altri sigari che i cosė detti di tres cuartos (un po' meno di tre soldi), della forma dei nostri sigari romani, un po' pių grossi, squisitissimi o cattivissimi, secondo la fattura, che č un po' trasandata. Gli avventori abituali, che in spagnuolo si chiamano col curiosissimo nome di parroquianos, pagando qualcosa di pių si fan dare i sigari escogidos (scelti); i buongustai raffinati, aggiungendo ancora il contentino alla giunta, ottengono los escogidos de los escogidos, i scelti dei scelti.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





Spagna Avana