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      La facciata non è notevole, nè per grandiosità, nè per bellezza: mi affacciai alla porta, e prima di provare un senso d'ammirazione per la maestà del luogo, ne provai uno di tristezza per il silenzio sepolcrale che vi regnava. Non v'è cosa che produca una impressione più vicina a quella d'un camposanto, che la vista d'una reggia abbandonata, appunto perchè ivi è forte e vivo, più che in ogni altro luogo, il contrasto tra i ricordi che desta e lo stato in cui si trova. O superbi cortei di cavalieri piumati, o splendidi conviti, o godimenti febbrili d'una prosperità che pareva eterna! Dinanzi a questi vuoti sepolcri, è un piacere nuovo quello di tossire un po', come qualche volta fanno i malati per prova, e sentir ripetere dall'eco la vostra voce robusta, che v'assicura che siete giovani e sani. Nell'interno del palazzo è un ampio cortile, circondato di busti a mezzo rilievo che rappresentano gl'imperatori romani; una bella scala, e spaziose gallerie al piano superiore. Tossii, e l'eco mi rispose:-Che salute!-ed uscii confortato. Un portinaio sonnecchiante mi accennò sulla medesima piazza un altro palazzo, al quale non avevo badato, e mi disse che in quello era nato el gran rey Felipe segundo, dal quale Valladolid[108] ricevette il titolo di città; "Usted sabe, Felipe segundo, hijo de Carlo quinto, padre de..."-"Lo sé, lo sé;" m'affrettai a rispondere per salvare il realito, e dato un sinistro sguardo al sinistro palazzo, m'allontanai.
      Di fronte al palazzo reale è il Convento dei Domenicani di San Paolo, con una facciata di stile gotico, così ricca, stracarica di statuette, di bassorilievi, d'ornamenti d'ogni maniera, che basterebbe la metà ad abbellire un vasto palazzo.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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