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      V'era poi un salone pei ricevimenti. Tutta questa parte del palazzo che serviva per l'intera famiglia reale, era occupata prima dalla sola regina Isabella. Quando ella seppe che Don Amedeo e donna Vittoria s'eran contentati di cosģ piccolo spazio, si dice che abbia esclamato con meraviglia:-Poveri giovani, non vi si potranno muovere![163]-
      Il Re e la Regina solevan pranzare con un maggiordomo e una dama di Corte. Dopo il pranzo, il Re fumava un sigaro di Virginia (se lo sappiano i detrattori di questo principe dei sigari), e andava nel suo gabinetto ad occuparsi delle cose di Stato. Soleva pigliar molti appunti e consigliarsi spesso colla Regina, specie quando si trattava di metter l'accordo tra i Ministri, o comporre gli animi divisi dei capi di parte. Leggeva un gran numero di gazzette d'ogni colore, le lettere cieche che lo minacciavan di morte, quelle che gli davan dei consigli, le poesie satiriche, i progetti di rinnovamento sociale, tutto quello che gli mandavano. Verso le tre esciva dal Palazzo a cavallo, le trombe della Guardia squillavano, un servitore vestito di rosso lo seguiva alla distanza di cinquanta passi. A vederlo, si sarebbe detto ch'egli non sapeva d'essere il Re: guardava i bambini che passavano, le insegne delle botteghe, i soldati, le diligenze, le fontane, con un'espressione di curiositą quasi infantile. Percorreva tutta la strada Alcalą, lentamente, come un cittadino sconosciuto che pensasse ai fatti suoi, e se ne andava al Prado a godere la sua parte d'aria e di sole.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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