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      A chi parlasse di pericoli personali ch'egli potesse correre, ogni buon popolano rispondeva sdegnosamente che il popolo spagnuolo rispetta chi ha fede in lui; i suoi nemici più acerrimi, ne parlavano con ira, ma non con odio; coloro stessi che non si levavano il cappello incontrandolo per via, si sentivano stringere il cuore vedendo che altri non se lo levava, e non potevano nascondere[166] un sentimento di tristezza. Vi sono immagini di Re caduti sulle quali si stende un drappo nero, altre che si ricoprono d'un velo bianco che le fa intravvedere più belle e più venerabili; su codesta, la Spagna ha steso un velo bianco. E chi sa se un giorno la vista di codesta immagine non strapperà dal petto d'ogni onesto spagnuolo un sospiro segreto, come il ricordo d'una cara persona offesa, o come una voce pacata e benigna che dica in suono di mesto rimprovero:-Eppure.... tu hai fatto male!
     
      Una domenica il Re passò in rassegna i voluntarios de la libertad, che sono una specie di guardie nazionali italiane, colla differenza che quelli prestano un buon servizio spontaneamente, e queste non lo prestan neppur cattivo per forza. I voluntarios dovevano schierarsi lungo i viali del Prado; una folla immensa li aspettava. Quando io arrivai v'eran già tre o quattro battaglioni. Il primo era il battaglione dei veterani, tutti uomini sulla cinquantina, non pochi vecchissimi, vestiti di nero, col cappelletto alla Ros, con galloni sopra galloni, e croci sopra croci, lindi e luccicanti come allievi di Accademia, e nel mover degli occhi alteri e tardi, da confondere i granatieri della Vecchia guardia.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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