Pagina (168/422)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Altre volte il toro, ferito a morte, barcolla un pezzo prima di cadere, e barcollando s'allontana a lento passo dal luogo dove fu colpito per andar a morir in pace in un canto appartato; tutti i toreros lo seguono lentamente, come un corteggio funebre, a una certa distanza; la folla tien dietro cogli occhi a tutti i suoi movimenti, conta i suoi passi, misura il progresso dell'agonía; un silenzio profondo accompagna i suoi ultimi momenti; la sua morte ha qualcosa di maestoso e di solenne. Vi son dei tori indomabili, che non vogliono chinar la testa se non traendo l'ultimo respiro; tori che, versando ruscelli di sangue per la bocca, minacciano ancora; tori che, trafitti da dieci colpi di spada, pugnalati, dissanguati, alzano ancora il collo con un movimento superbo che fa retrocedere lo stuolo dei loro persecutori fino a metà dell'arena; tori che hanno un'agonía più spaventevole della loro prima furia, che straziano i cavalli morti, spezzano la barriera, calpestano rabbiosamente le capas sparse per l'arena, saltano nella corsia, corrono intorno colla testa alta guardando[191] gli spettatori con un'aria di sfida, cadono, si rialzano, muoiono muggendo.
      L'agonia dei cavalli, meno lunga, è più dolorosa. Ad alcuni il toro spezza una gamba, ad altri trafigge il collo da parte a parte, altri uccide, con una cornata al petto, sul colpo, senza che versin neanco una goccia di sangue; altri, presi dallo spavento, piglian la carriera, diritto davanti a sè, e vanno a urtare la testa con un tremendo colpo contro la barriera, e cadono morti; altri si dibattono lungo tempo in un lago di sangue prima di morire; altri, feriti, sanguinosi, sbudellati, storpiati, galoppano ancora con una furia disperata, vanno incontro al toro, stramazzano, si rialzano e combattono ancora, fin che son portati via, disfatti, ma vivi; e allora gli si rimetton gl'intestini al posto, gli si cucisce la pancia, e servono per un'altra volta; altri, paurosi, all'avvicinarsi della belva, tremano verga a verga, scalpitano, rinculano, nitriscono, non vogliono morire; e son quelli che destano più pietà. Qualche volta un sol toro ne uccide cinque; qualche volta, in una corrida, ne muoion venti, tutti i picadores sono intrisi di sangue, l'arena sparsa di viscere fumanti, i tori stanchi di uccidere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422