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      Io feci un sogno delizioso e tormentoso ad un tempo; ma più tormentoso. Mi pareva d'esser legato al letto da una lunghissima treccia nera attorcigliata in mille nodi, e di sentirmi sulle labbra una bocca di brage che mi toglieva il respiro, e intorno al collo due manine vigorose che mi schiacciavano il capo contro il manico d'una chitarra.
     
      La mattina seguente andai difilato a vedere la Cattedrale.
      Per descrivere ammodo codesto smisurato edifizio, bisognerebbe aver sotto mano una raccolta di tutti gli aggettivi più sperticati e di tutte le più strampalate similitudini che uscirono dalla penna degli iperboleggiatori di tutti i paesi, ogni volta che ebbero a dipingere qualcosa di prodigiosamente alto, di mostruosamente largo, di spaventosamente profondo, d'incredibilmente grandioso. Quando ne parlo cogli amici, senza accorgermene, faccio anch'io, come il[333] Mirabeau di Vittor Ugo, un colossal mouvement d'épaules, e gonfio le gote e ingrosso a grado a grado la voce a somiglianza di Tommaso Salvini nella tragedia Sansone, quando con un accento che fa fremer la platea, dice che si sente ricrescer ne' nervi il vigore. Parlar della Cattedrale di Siviglia, stanca come suonare un grosso strumento a fiato o sostenere una conversazione da una sponda all'altra d'un torrente rumoroso.
      La Cattedrale di Siviglia è isolata in mezzo ad una vastissima piazza, e però se ne può misurar la grandezza con un colpo d'occhio. Sul primo momento, pensai al motto famoso che proferì il Capitolo della Chiesa primitiva, decretando l'8 luglio del 1401, la costruzione della nuova Cattedrale:-Inalziamo un siffatto monumento che faccia dire ai posteri che noi eravamo pazzi.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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