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      Cristoforo Colombo! Ho visto i suoi caratteri! Ho toccato i fogli ch'egli ha toccato! L'ho sentito così vicino a me! Uscendo dalla biblioteca, non so.... mi sarei gettato in mezzo alle fiamme per salvare un bambino, mi sarei spogliato per soccorrere un povero, avrei fatto lietamente qualche grande sacrifizio; ero tanto ricco!
     
      Dopo la biblioteca, l'Alcazar; ma prima di arrivare all'Alcazar, benchè si trovi nella stessa piazza della cattedrale, sentii per la prima volta che cos'è il sole dell'Andalusia. Siviglia è la città più calda della Spagna, quella era l'ora più calda della giornata, ed io mi trovavo nel punto più caldo della città; v'era un oceano di luce; non una porta, non una finestra aperta, non un'anima viva; se m'avessero detto che Siviglia era disabitata, l'avrei potuto credere. Attraversai la piazza lentamente cogli occhi socchiusi, col viso raggrinzato, col sudore che mi filava a grosse goccie giù per le guancie e per il petto, con le mani che mi pareva d'averle tuffate in un secchio d'acqua. Vicino all'Alcazar trovai una specie di baracca d'un acquaiolo, e mi cacciai sotto colla precipitazione d'un uomo che si ripari da una tempesta di sassi. Ripreso un po' di fiato, mi mossi verso l'Alcazar.
     
      L'Alcazar, antico palazzo dei Re mori, è uno dei monumenti meglio conservati della Spagna. Visto di[345] fuori, pare una fortezza: è tutto cinto di alte mura, di torri merlate e di vecchie case, che formano davanti alla facciata due spaziosi cortili. La facciata è nuda e severa come le altre parti esteriori dell'edifizio.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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