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      Quante volte, quando un amico mi scuote dicendomi:-A che pensi?-o nella platea d'un teatro o nella sala d'un caffè, io, per tornare a lui, debbo uscire dallo stanzino di Maria Padilla, o da una barca che scivola all'ombra dei platani della Cristina, o dalla bottega di Figaro, o dal vestibolo di un patio pieno di fiori, di zampilli e di lumi!
     
      M'imbarcai sur un bastimento della Compagnia Segovia, presso la Torre dell'Oro, in un'ora che Siviglia era tutta immersa in un profondo sonno, e un sole ardentissimo la copriva d'un mare di luce. Mi ricordo che pochi momenti prima della partenza, un giovinetto venne a bordo a cercarmi, e mi rimise una lettera di Gonzalo Segovia, la quale racchiudeva[369] un sonetto che serbo tuttora, come uno dei più preziosi ricordi di Siviglia. Sul bastimento era una compagnia di cantanti spagnuoli, una famiglia inglese, degli operai, dei bambini. Il capitano, da buon andaluso, aveva una parola cortese per tutti. Appiccai subito discorso con lui. Il mio amico Gonzalo è figliuolo del proprietario del bastimento; parlammo della famiglia Segovia, di Siviglia, del mare, di mille cose allegre. Ah! il pover uomo era ben lontano dal pensare che, pochi giorni dopo, quel malaugurato bastimento si sarebbe sfasciato in mezzo al mare, ed egli avrebbe fatto così un'orrenda fine! Era il Guadaira del quale scoppiò la caldaia a breve distanza da Marsiglia, il giorno 16 giugno del 1872.
     
      A tre ore il bastimento partì alla volta di Cadice.[370]
     
      X.
     
      CADICEQuella fu la serata più deliziosa di tutto il mio viaggio.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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