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      Quella sera stessa vi si doveva celebrare una festa solenne. Alcuni mesi prima l'Accademia aveva stabilito il premio di tre bei fiori d'oro, smaltati di varii colori, per i tre poeti che componessero la miglior ode al progresso, la miglior romanza sulla riconquista di Malaga, la miglior satira contro uno dei vizii più comuni della moderna società civile. Era stata fatta una convocatoria a tutti i poeti della Spagna, le poesie eran piovute a rifascio, un giurì le aveva segretamente giudicate, e quella sera stessa doveva profferire la sentenza. La cerimonia si faceva[391] con gran pompa: vi avevano ad assistere il Vescovo, il Governatore, il Comandante di marina, i consoli, i personaggi più cospicui della città, con giubba, ciondoli e ciarpe, e un gran numero di signore vestite da ballo. Le tre più belle Muse della città dovevano presentarsi sur una specie di palco scenico inghirlandato e imbandierato, aprire ciascuna il plico che conteneva la poesia premiata, e proclamare tre volte il nome dell'autore; se l'autore rispondeva, invitarlo a leggere i suoi versi, e presentargli il fiore; se non rispondeva, leggerli esse medesime. In tutta la città non si parlava d'altro che dell'Accademia, si congetturavano i nomi dei vincitori, si predicevano meraviglie delle tre poesie, si magnificava l'apparatura della sala. Questa festa poetica, alla quale si dà il nome di juegos floreales, non si celebrava più da dieci anni. Altri giudichi se queste gare e queste pompe giovino o nuocciano alla poesia e ai poeti.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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