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      Al vedere i primi così vestiti, vien da ridere, e non si può credere in nessuna maniera che sian contadini spagnuoli. Hanno non so che aria di greci, di beduini, di giuocatori di pallone, di danzatori di corda, di donne mezzo spogliate per andare a letto, di comparse da tragedia non finite di vestire, di gente faceta che voglia far ridere a spese sue. Hanno una camicia bianca ed ampia che tien luogo di giacchetta, un panciottino di velluto di vario colore aperto sul petto, un par di calzoni di tela, della forma di quei degli zuavi, che non arrivano al ginocchio, e paion[479] mutande di donna, e svolazzano come le gonnelline d'una ballerina; una fascia rossa o azzurra intorno alla vita; una specie di uose di lana bianca, ricamate, che lascian vedere il ginocchio nudo; un par di sandali di corda come i contadini catalani; e per copertura della testa, che portan quasi tutti rapata come i chinesi, un fazzoletto rosso, o turchino, o giallo, o bianco, avvolto a modo di cartoccio e annodato sulle tempie o sulla nuca; sul quale metton qualche volta un cappelletto di velluto, di forma simile a quello che s'usa nelle altre provincie di Spagna. Quando vanno in città portan quasi tutti sulle spalle o sul braccio, ora a guisa di scialle, ora di mantellina, ora di ciarpa, una capa di lana, lunga e stretta, a striscie di vivissimi colori, per lo più bianco e rosso, ornata di fiocchi di frangie e di rosette. L'aspetto che presenta una piazza dove siano raccolti qualche centinaio di uomini così vestiti, è facile a immaginare; è una scena carnevalesca; una festa, un tumulto di colori che mette allegrezza come la musica d'una banda; uno spettacolo nello stesso tempo ciarlatanesco, gentile, pomposo e ridicolo; al quale i volti accigliati e gli atteggiamenti maestosi, che distinguono i contadini valenziani, aggiungono una sfumatura di gravità che ne accresce la stravagante bellezza.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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