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      Ma egli è già tale, e non più legato che da un così tenue vincolo di tradizione e d'interesse con la classe superiore, che è diventato in qualche paese una delle forze più vive del socialismo, un focolare spaurevole di malcontento e di ribellione acceso nel seno stesso della borghesia. Che se per ora, e fra noi specialmente, si fa meno avvertire, perchè è sparso e dubitante e perchè, trovandosi i suoi elementi in più diretta dipendenza dai privilegiati della fortuna, corrono maggior pericolo d'
      esser segnati e buttati sul lastrico, lasciate che scemino i suoi timori e ingrandiscano le sue speranze con l'allargarsi del socialismo nella moltitudine, nel parlamento e nella stampa, e vedrete come leverà il grido delle rivendicazioni, senza che gli si possa negare il diritto di levarlo. Non date dunque ascolto a chi vi dice che la quistione sociale non è che una quistione operaia ed agricola: il che sarebbe già qualche cosa, mi sembra; no, è la quistione di tutti, fuorchè di un pugno di ciechi e di sordi.
      Altri vi dicono: - A che pro occuparvi della quistione sociale? Essa è antica come il mondo. Non mutano che i nomi: invece di schiavi, servi; invece di servi, salariati; i vinti della lotta darwiniana hanno sempre empito il mondo delle loro querele. Il socialismo rimarrà nello stato permanente di spauracchio e di freno all'individualismo prevaricatore, e sarà bene; ma null'altro. La miseria del maggior numero, come disse il Thiers, è nel piano della Provvidenza. - Domandate prima di tutto a costoro se la Provvidenza abbia mai fatto vedere al Thiers o ad altri il suo piano.


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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano
1911 pagine 248

   





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