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      Rappresentiamoci questa visione, che è della nostra storia di ieri, e par già d'uomini e di gesta di secoli remoti; passino a lui dinanzi, ed a noi, i suoi dieci eserciti, le sue bandiere lacere, i suoi eroi, i suoi fratelli, i suoi figli, e dai loro cuori valorosi, commossi dal ricordo delle battaglie sacre, non dalle nostre povere labbra, erompa l'inno della gratitudine e della gloria.
      Ritto, immobile sopra una roccia, che sovrasta al flutto delle generazioni, bello, biondo, superbo come negli anni più fiorenti della sua giovinezza, alzando il viso splendido e dolce di redentore, sorridendo dai fieri e profondi occhi celesti, con le braccia erculee incrociate sul petto vermiglio e i capelli d'oro e il mantello grigio dati al vento, egli li vede trascorrere ai suoi piedi, e rivive con tutta l'anima nel passato.
      Qual capitano al mondo assistette mai a una sfilata più maravigliosa di armati e di memorie?
      Al primo manipolo di combattenti ch'egli trasse con sè sulla piccola flottiglia della repubblica di Rio Grande contro i trenta navigli della squadra imperiale brasiliana, a quello scarso drappello temerario, così stranamente svariato di riograndesi, d'italiani, di spagnuoli, di mulatti, di negri, infiammati dal suo primo grido di guerra per la libertà, fra i quali brilla il viso ardito e onesto del Carniglia, il gigante genovese, fedele a lui fino alla morte, - tien dietro impetuosamente, cantando l'inno nazionale del Figuerroa, sventolando lo stendardo nero in cui fiammeggia il Vesuvio, la bella legione di Montevideo, dalle assise verdi, bianche e purpuree, che va a combattere in difesa della sua "patria d'esiglio"; - italiani d'ogni provincia, ricchi e poveri, commercianti e avventurieri, antichi sergenti dell'esercito sardo, futuri generali dell'esercito italiano: il giovane Medici, che porterà trent'anni dopo alla tomba del Pantheon la spada del primo re d'Italia, Francesco Anzani, suo fratello d'anima, un secondo Garibaldi, cui non mancò che la fortuna, Gaetano Sacchi, il suo primo alfiere, i primi compagni, i primi spettatori della sua aurora gloriosa, quelli ch'ei ricorderà per tutta la vita con la più dolce predilezione del suo cuore d'eroe.


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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano
1911 pagine 248

   





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