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      - Ma queste linee si muovono, - esclamavo tra, me - v'è qualche cosa che si stacca e va su; c'è senso e vita in quelle forme: - Cominciai a capire certi amori ardenti per le glorie artistiche del proprio paese, e mi compiacqui nel cogliere sul viso degli stranieri, che si fermavano sulla piazza, la prima espressione della maraviglia e del diletto. Presi l'uso di passare e di fermarmi tutti i giorni, a quell'ora, in quei luoghi. M'accorsi che ogni giorno quella contemplazione di pochi istanti mi metteva in un corso d'idee alte e belle; sentii poi che la facoltà di quella maniera di diletto si rafforzava e s'estendeva ad altre forme dell'arte; che quel gusto del semplice e del grande s'insinuava anche un po' nel sentimento e nel giudizio mio riguardo a cose che con l'arte non avevan che vedere, a fatti, a persone, a costumi; mi parve d'essere riuscito, per effetto di quel culto gentile, a domare certi moti impetuosi e quasi selvaggi dell'animo mio, a dare alla mia indole un che di più liscio e di più morbido, a migliorarmi in qualche cosa. Per questo presi ad amare quelle linee, quelle forme, quei colori; e non mi pareva più pazzo il "Pieruccio" dell'"Assedio di Firenze", che, povero e abbandonato, sente ancora un palpito di gioia segreta, sollevando gli occhi pieni di lacrime ai monumenti della sua cara città natale....
      Questo seguì a me ed a molti. Ma per chi sia venuto qui nel fiore della giovinezza, con quell'irresistibile bisogno di aprire il proprio cuore e di gridare: - Guardate!


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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano
1911 pagine 248

   





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