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      Ecco Monterotondo, Tivoli, Frascati, Albano, e più a destra, lontano, quella sottile striscia luminosa, il mare. Roma! Roma! Benedetto nome che non s'è mai stanchi di dirlo; c'è qualche segreto in questo suono: Roma! Pare che sempre ce lo ripeta l'eco nell'orecchio: Roma! Eccola qui tutta....
      Un soldato accanto a me guarda anch'egli Roma con aria pensierosa; pare che voglia dire qualche cosa, sorride, alza una mano, la batte sul parapetto: - "Finalment"....
      Sentiamo quel che vien dopo.
      - "Ghe semm!"
      Senti come l'ha detto con gusto! E tutti gli altri soldati, sul punto di scendere, agitando una mano: - "Addio, addio Roma!"
      E giù per le lunghe scale tortuose echeggia il suono dei passi precipitosi e delle voci allegre.
     
     
     
      PRETI E FRATI.
     
      Nelle caserme pontificie si trovarono molte copie d'un inno di guerra, dettato in francese, che par che dovessero cantare gli zuavi andando a combattere. Ha molti punti di somiglianza colla "Marsigliese". Ha un ritornello che comincia: "Catholiques, debout!" Ha una strofa che arieggia quella dell'inno francese: "Entendez-vous dans ces campagnes", con la differenza che ai "féroces soldats" sono sostituiti "les barbares". Ha un verso che dice: "Viendront-ils nous prendre (ci dev'essere un verbo più feroce, ma non lo ricordo) nos églises, nos prêtres?" E il verso dopo: "Non, non, on n'y touchera pas". E altre amenità poetiche su quest'andare.
      Ma dal verso in cui è detto che gli Italiani vanno a Roma per far man bassa sulle chiese e sui preti, si capisce che dovette esser quella la finzione di cui si servirono principalmente i fautori del governo papale per suscitare e tener vivo il fanatismo nei soldati, per destar nel popolo l'avversione al governo italiano, e per alimentare la diffidenza di quei molti che, pure essendo cattolici in buona fede, manifestavano o lasciavano trapelare sentimenti italiani.


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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano
1911 pagine 248

   





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