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      Anche a lui, certo, era stato dato a credere il "viendront-ils" degli zuavi.
      Un oste, all'apparir dei soldati, s'affrettava a nascondere certi palloncini da luminaria su cui era scritto: "W. Pio IX". Un ufficiale lo sorprese, e gli disse:
      - Lasciate quella roba dove si trova.
      - Ma io....
      - Lasciatela.
      - Ma io non son mica per il papa; io son per lor signori.
      - Ma per essere per noi, non c'è mica bisogno che rinneghiate il papa.
      - Ma questa roba....
      - Ma questa roba vi potrà ancora servire, e tira poco, speriamo, perchè le cose s'aggiusteranno.
      - Lei dice bene.
      - E voi facevate male.
      Del resto, i preti mostrarono di non aver le paure che s'adoperavano a metter negli altri. Mentre nelle vie dei villaggi la buona gente tremava per la loro vita, essi, dalla finestra, assistevano tranquillamente al passaggio dei reggimenti, e molti non abborrivano dall'onorare d'un cortese saluto gli ufficiali a cavallo.
      Un solo frate mostrò d'aver paura dei soldati, e fu vicino a Civita. Veniva innanzi con un somarello verso un battaglione di bersaglieri, pallido e tremante, e giunto a pochi passi dai primi soldati, si fermò e giunse le mani in atto di chieder grazia. - "Fa nen 'l farçeur" - gli disse un caporale. Gli altri gli domandarono notizie del Santo Padre. Qualcuno gli offrì del pane. Rassicuratosi, pareva matto dalla contentezza.
      E non mancarono i preti che accolsero festevolmente i soldati. A Baccano un prete ed un frate stettero a veder sfilare sei battaglioni di bersaglieri sulla porta del convento, sereni e ridenti ch'era un piacere a vederli.


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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano
1911 pagine 248

   





Civita Santo Padre Baccano