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      LE TERME DI CARACALLA.
     
      - Andiamo alle terme di Caracalla.
      - Andiamo; si può passare vicino al Circo Massimo.
      - E attraversare il Campo Scellerato.
      - E veder l'arco di Giano.
      - E la Cloaca Massima.
      Niente di meno! Ponete d'essere due amici a far questo dialogo, e ditemi se non c'è da sentirsi gonfiare, e mettersi a parlar latino, anche a rischio di far fremere di sdegno grammaticale il sacro suolo e le venerande rovine.
      Per andare alle terme di Caracalla si passò accanto a tutti quei monumenti; ma in fretta, e senza molto badarvi, che tanto c'era stato detto e ridetto delle terme, da toglierci pel momento ogni altra curiosità e ogni altro pensiero.
      - Vi faranno più impressione del Colosseo, - ci avevano detto molti; ma noi non lo credevamo possibile, e perchè il Colosseo ce n'aveva fatto una grande, e perchè l'idea, prosaica che in fin dei conti le terme erano uno "stabilimento di bagni", come si diceva scherzando, ci teneva in freno l'immaginazione.
      Per istrada, si celiava confrontando la prima austerità dei costumi romani, quand'era proibito al genero di fare il bagno in presenza del suocero, con la licenza degli ultimi tempi, allorchè si vedevano sorgere dall'acqua alla rinfusa teste di patrizi e di matrone, e i consoli spruzzare i senatori, e l'imperatore tuffarsi nella "natatoria" in mezzo ai popolani, e le schiave aspettar le padrone nelle celle per ricomporre sui capi stillanti i "crines suppositi", e ungere le membra d'unguento.
      - Le terme, signori, - dice a un tratto il cocchiere.


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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano
1911 pagine 248

   





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