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      Quel che ci costi Roma papale, tu 'l sai. Tu conosci la storia degli ultimi quattro anni, storia di dolori e di sangue, onde le stesse sorgenti della vita nazionale ne sono turbate. Ad ogni menomo passo incontri un ostacolo; non avvi sentiero senza un agguato; nello stesso bene un germe sottile, talvolta invisibile, depone il male; qualsisia ordinamento, anche saviameate concepito, traballa sulle sue basi, come un briaco. Dure sono le nostre prove; non di rado ei mi pare che ciò più rassomigli a vecchia agonia, che a nuova esistenza politica.
      E non combatteremo tanto nemico? Non brandiremo contro di lui le sole armi che possono ferirlo e sconfiggerlo, le armi della verità? Ei semina tenebria. Perchè non evocheremo la luce? Non depongono in nostro favore tutte le testimonianze dell'umanità, tutte le voci della scienza, tutte le sciagure che ci hanno gravato sul collo e ci gravano? I nostri errori passati or combattono contro di noi, e dobbiamo espiarli con le virtù presenti; dobbiamo espiarli, dissipando le fatali e paurose chimere, che abbiamo noi stessi cooperato a comporre di falsi ragionamenti, di cupi interessi, di menzogne e di nebbia.
      Il nostro male più grave si è quello di non sentirci nemmeno malati. Combattendo a pie' zoppo e con mani inferme politicamente la Chiesa, nelle cose di religione per ispensieratezza e abito del tutto meccanico stiamo con essa.
      IIAvrai più volte inteso osservare, Montesquieu ed altri sostenevano questa opinione, che i popoli desumono il carattere loro dal clima del luogo che abitano.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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