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      Perfino l'ordine dell'inesorabile Guzman avea smarrito fra noi quel suo acre e fanatico zelo, che ancora lo animava oltremonti. Molti domenicani erano tolleranti, come discepoli del risorgimento; altri parteggiavano per le nuove dottrine; perciò l'inquisizione, ch'era confidata loro, serbava forme assai miti. All'ordine stesso spettando il diritto di eleggere gl'Inquisitori, questi non potevano non essere a imagine di quello.
      Il cardinale Caraffa che deplorava questa mollezza, riconobbe subito lo stromento non atto a produrre gli energici effetti che aveva nell'animo. L'umile fondatore de' Chietini, fanatico nelle sue credenze, era uomo violento, ostinato, collerico; divenuto pontefice benchè ottuagenario, sentiva l'impeto di vent'anni; non da pontefice, nè da gentiluomo, trattava a calci ed a pugni il luogotenente del governatore di Roma, strappava la barba all'ambasciator di Ragusi, e svillaneggiava il ministro del duca Cosimo, dichiarando il duca figlio del Diavolo. Lungo, magro, nervoso, aveva incavati gli occhi, fiero ed infiammato lo sguardo. Alle sembianze rispose con gli atti.
      Intesosi col cardinale Alvarez, risolse di ristaurare l'istituto sull'esempio spagnuolo. Ignazio Loyola, in quel giro di tempo a Roma, soccorse di consigli ed incoraggiamenti. E i Gesuiti a buon diritto se ne vantano ancora. Il 21 luglio del 1542 apparve la bolla che proclamava questa legge marziale del cattolicesimo, costituendo la Congregazione della Santa Inquisizione al di qua e al di là de' monti, salvo la Spagna, contro tutti quelli, dice la bolla, che declinassero dalle vie del Signore e della cattolica fede, che male pensassero delle cose di religione, o fossero in qualunque modo sospetti d'eresia, e contro i loro seguaci, favoreggiatori, protettori, aperti o segreti, mediati o immediati, di qualsiasi grado o condizione, anche principi e prelati14.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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