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      Cinque donne sanesi diedersi al diavolo, e invece dello spedale che meritavano s'ebbero il fuoco. Le più celebri e antiche scuole di giurisprudenza, come di Pavia e di Bologna, vennero strette da mille impedimenti; anche la giurisprudenza decadde. E i codardi, i cortigiani, i mediocri senza coscienza e i venduti rimasero principi incontrastati delle lettere.
      Il Caraffa non s'ingannava nel suo metodo di guerra. La forza della resistenza, l'origine di questa forza e della ribellione alla Chiesa, era nella stampa. Ed ei le mosse battaglia; ordinò un sistema di legislazione contro di lei. E tutti i governi avvenire non faranno che imitare e seguire l'inquisizione.
      Il cardinal Teatino nell'anno 1543 istituiva la vera censura pei libri, cosa tentata prima, ma senza frutto. Egli ordinava che niun libro antico o moderno fosse stampato, senza permesso della inquisizione; perciò stabiliva che i librai dovessero presentarli all'esame. Nè gli stampati furono salvi; venne intimato ai librai di presentare i loro cataloghi al Santo Ufficio, che confiscava e bruciava i libri sospetti ed eretici. Il Toledo a Napoli largheggiava imitando; il 15 ottobre 1544 egli decretava, secondo accennammo, che tutti i libri di teologia e Sacra Scrittura, stampati da venticinque anni, non si ristampassero senza permesso ecclesiastico. E questo d'aggiunta alla censura pei nuovi. Proibì tutti i libri di religioso argomento, editi senza nome d'autore, e tutti quelli i di cui autori approvati non fossero; ne fe' bruciare molti, tra cui il Beneficio di Cristo, il Summario delle Scritture, e alcune opere di Melantone e di Erasmo20.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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