E i Valdesi moltiplicavano facilmente i loro seguaci. La Chiesa faceva pił e pił riposare il suo religioso edificio sulle opere esterne, mentre le opere del suo clero erano tanto nefande! Che maraviglia se i mezzi tempi sieno solcati da eresie, varie nelle forme loro, ma riazione costante contro questo principio? Leggendo le cronache pił remote, tu vedi apparire qua e lą per Italia predicatori sconosciuti, stranieri a qualunque chiesa, senza domicilio fisso, che andavano poveri, scalzi, vestiti di lana, a due a due. Chi erano? Probabilmente Valdesi. Tali si credevano almeno nel concilio Laterano tenuto nell'anno 1179. Confusi di spesso ai Paterini, circa il 1180 se ne trovano molti in Puglia e in Lombardia. San Galdino, arcivescovo di Milano, spirava sul pulpito, predicando contro di loro, imperocchč ivi avessero messe tali radici, che osavano pubblicamente insegnare. Ottone IV, recandosi a Roma, concesse nel 1198 il primo editto Contro i Valdesi per le preghiere di Jacopo vescovo di Torino. Anche un concilio a Verona scomunicavali inutilmente. Ne' municipii non di rado s'accendono tumulti di sangue suscitati dal clero contro gli eretici; pure notiamo di spesso eletti alle prime dignitą cittadine uomini tacciati d'eresia, seguaci de' Valdesi o de' Paterini, inutilmente il papa avendo commesso nel 1198 all'arcivescovo di Milano, che gli eretici in Lombardia non fossero promossi a dignitą alcuna. Lasciando stare i Catari che in Lombardia possedevano sedici chiese, i credenti di Bagnolo e di Concorrezzo, che ne vantavano molte, gli Albanesi che a Verona specialmente abondavano, le chiese delle Marche, di Spoleto e Toscana, i Valdesi, ad onta delle pił sanguinose persecuzioni, cinquant'anni dopo vantavano centri e case proprie in ogni primaria cittą d'Italia, a Torino, a Genova, a Milano, a Brescia, a Modena, Verona, Ferrara e via dicendo, anche in Roma.