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      XEMIGRAZIONE VALDESE NELLA
      CALABRIA CITRA
      Ove nell'Italia meridionale la catena degli Appennini rasenta la spiaggia del Tirreno, a piè della cresta del Bitonto, nel circondario di Paola, tra il rivo de' Vani e quel della Scala, sorgevano nel secolo decimosesto ed ancora sorgono in parte alcune borgatelle, che furono e sono la dimora d'una colonia valdese. Negli antichissimi tempi quel territorio apparteneva alla republica Taurina, conosciutissimo dai Romani per una sorgente termale, celebrata contro le affezioni nervose, da cui traeva il suo nome Fuscaldo (fons callidus). Quella scaturigine vive ancora, visitata da que' Calabresi; ma più che a Fuscaldo ora è vicina a Guardia, che la possiede.
      Luogo notevole è Guardia. Esso si leva sopra un monte solitario, oggidì popolato da 1517 abitanti, tutti dediti ai lavori de' campi e alla cultura de' bachi da seta. Costeggiando in quel mare, tu vedi Guardia pittorescamente torreggiar sulle spiaggie; e se batte il sole, quelle case che biancheggiano di prospetto, arrampicandosi su per l'estreme falde del monte, ricordano antiche costruzioni babiloniche. Una città la diresti; pur Guardia non è che un povero villaggio.
      Ivi la razza abitatrice si manifesta diversa da quella circostante; poichè diversa vi sia la foggia del vestir femminile, appajano diverse talune consuetudini rurali e suoni diverso dai vicini il dialetto. Le tradizioni, le storie e recenti studi etnografici attestano senza dubbio in Guardia i nepoti de' Valdesi che abitano sempre le valli di Luzerna e d'Angrogna24.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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