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      Poichè si sentissero sempre cinti da nemici e da insidie, i ministri Valdesi avean per Italia costituita una specie di associazione segreta. Essi non vestivano mai, come non ancora vestono, un abito distinto; pellegrinando esercitavano il mestiere qualunque che aveano esercitato nelle loro vallate, a similitudine di Paolo fabbricatore di tende; e nel coprirsi ponevano tanto studio, che per farsi riconoscere dai loro fratelli di fede bussavano in modo particolare alle porte. La visita generale accadeva ogni due anni; avendo essi case in ogni città primaria, andando e tornando i due ministri visitavano i fratelli sparsi, istruendoli, esortandoli e consolandoli. Così le piccole chiese non godevano del ministero evangelico che a quando a quando, mentre le colonie di Calabria e di Puglia lo conservavano stabile. I Barbi ritornavano lungo l'Adriatico, per Venezia, ove fino alla metà del decimosesto secolo contavano alcune migliaia di fedeli, 6000 secondo il Gillio, uno degli ultimi visitatori delle calabre chiese.
      Verso il 1530 la calabrese colonia si componeva di almeno dieci mila individui; la maggior parte de' quali raccoglievasi in due borgate; san Sisto che apparteneva ai duchi di Montalto, e Guardia che dal finire del secolo antecedente apparteneva agli Spinelli, marchesi di Fuscaldo. Ed affermiamo tal cifra, perchè san Sisto, secondo un registro officiale33 nel 1545 aveva 1450 fuochi, locchè indica una popolazione di almeno 6000 anime. Però Guardia era lunge da questo numero: doveva essere nondimeno più popolata di adesso.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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