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      Checchè ne sia, Guardia non oppose resistenza; almeno non ne parla un testimonio oculare che alli 5 di giugno scrivea di Montalto42. Il marchese di Buccianico e il Caracciolo entravano in Guardia colle loro truppe il 3 del suddetto mese.
      XVIL'ECCIDIO
      Ascanio Caracciolo, appena giunto in Guardia, nominò commissari e mandò auditori con gente del marchese di Buccianico per le terre circonvicine a pigliare gli eretici sparsi. Molti furono sorpresi alla campagna; più di 1400 individui tra uomini e donne si presentarono spontaneamente e legati insieme a catena furono tosto tradotti nelle carceri di Montalto.
      Era il 5 giugno, 1561. In questo medesimo giorno que' delle Valli, dopo avere strenuamente combattuto, ottenevano pace dai principi di Savoia e a Cavour la sottoscrivevano. Di che il papa amaramente lagnavasi. Invece laggiù si moriva.
      Nella stessa mattina i due condottieri, fecero dar fuoco alle case di Guardia, smantellar le muraglie e tagliare le vigne, quasi castigando la stessa natura d'aver risposto alle cure di quei solerti ma eretici agricoltori. Poi rischiarati da quelle fiamme i due si recavano a Montalto.
      I commissari della santa inquisizione fino alli 11 di giugno non fecero che volgere ai prigionieri lunghe prediche ed applicar la tortura per costringerli ad apostasie, e a rivelare non solo i nomi e i giacigli de' loro fratelli scomparsi, ma anche ad accusare sè stessi e gli altri di abominandi e turpi delitti, che si voleva commessi nelle loro assemblee. Molti cedettero, supplicando misericordia.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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