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      La morte di tanti lasciò facil modo nel contenere i superstiti. Le colonie valdesi oltre l'Appennino di Montalto furono appieno sterminate. Vaccarizzo e Volturara, come san Sisto, rimasero macerie deserte. Anche la popolazione di Montalto d'assai discese; finchè nel 1580 vi si condussero coloni albanesi di rito greco. Per intervento del vescovo di Bovino, unico ecclesiastico che non crudele intervenne a quella tragedia, pare si facesse grazia della vita a que' di Castelluccio, Faito, Celle e Monteleone. Sursero gravi persecuzioni a sant'Agata de' Goti. E in generale per due anni non furono in que' paesi che tormenti e tormentati.
      Non sopravisse che la colonia di Guardia. Essendo l'inquisizione e il governo oramai sicuri del cattolico zelo del marchese Spinelli, determinarono di raccogliere in Guardia, come in luogo appartato e vigilabile facilmente, tutti i graziati qua e là sparsi della maledetta razza, però a condizioni durissime. E taluna ancora sussiste. Ai Guardisti, d'origine pura valdese, non era concesso l'ammogliarsi tra loro. Non potevano tenere chiavistelli alle loro porte, o altro da chiudere; si volea sorvegliarli durante la notte, perchè non si abandonassero a pratiche religiose non cattoliche. Istituitavi una chiesa parrocchiale, il vescovo cosentino die' fuori decreto, ancora vigente, che niuno de' terrazzani possa mai giungere al governo di quella chiesa. Occorrendo inoltre creare alcun che, il quale confermasse e mantenesse i Guardioti nella fede ortodossa, la famiglia Spinelli vi fondava un convento di Domenicani, cioè vi poneva l'inquisizione in permanenza.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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