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      Non leggesi alcun che di simile, osserva l'Ampère, se non nella storia romana; Crasso, dopo la disfatta di Spartaco, fe' sospendere sei mila schiavi sopra croci, lungo la via Appia da Napoli a Capua. Ma nullo racconta che Crasso abbia torturato e scannato, non che molte donne, una sola; inoltre Crasso non crocifiggeva punto in nome di Dio. E non era cristiano.
      XVIICONCLUSIONE
      Non è completo il racconto; molte cose restano piene di tenebre, ma non per mancanza di buona volontà. Quel che ho potuto io raccolsi col riverente affetto di chi sa che raccoglie ossa di martiri. Interrogai di san Sisto e di Guardia parecchi uomini colti nati in quei luoghi, forse taluno nipote de' suppliziati del 1561; chi nulla mi seppe dire, chi poco d'assai. E non è colpa loro, poichè a quel tempo cogli uomini sien stati distrutti anche gli archivi comunali. E niuno ignora che l'inquisizione per dove passa tutto cancella, e nasconde persino i documenti delle sue geste, quasi per intima e non confessata coscienza del giusto ne vergognasse. Perciò le memorie di que' scempii sono cadute, come fu spenta la fede valdese in quelle contrade. Io tentai ridestarle, perchè in esse è gran parte della vita d'una nazione, perchè si comprenda qual vecchia fratellanza nelle prove congiunga le varie provincie nostre, e nella sola libertà si confessi possibile l'armonia di tutte le discrepanze che durano ancora a dividerci.
      A Montalto vi era un borgo dai Valdesi abitato, per cui lo si dimandava degli Oltramontani. Non altro forse di loro in Montalto rimase che a questo nome sostituito quello degli Espulsi.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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