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      Per questo lavoro il Molles s'ebbe tutti i poteri, che avevano i presidenti della gran Corte della Vicaria, come quello d'applicare a suo libito la tortura50. In tale missione egli impiegò sette mesi, dal 19 settembre 1561 al 25 aprile del seguente anno. E n'ebbe in rimunerazione 484 ducati51.
      Esistendo nel grand'archivio di Napoli il registro de' fuochi per molti e molti Comuni del regno dalla prima metà del secolo decimosesto fino a' dì nostri, un dotto officiale di quell'archivio mi presentò i registri di san Sisto e di Guardia. Quanto al primo, non ritrovammo che il registro del 1545, nel quale anno il borgo contava una popolazione non minore di 6000 anime; un nuovo registro non si presenta che nel secolo decimo settimo. San Sisto nel 1562 non esisteva più.
      Per Guardia si conserva il registro de' fuochi dell'anno 1545 e dell'anno 1562, cioè prima e dopo l'eccidio. Lo che non poteva non attirare la più diligente attenzione. Nel 1545 i fuochi di Guardia erano 160; e nel 1562, 158, perchè vi sien comprese le case abitate e le vuote, le case non tocche e le arse. Nel primo registro, se bene aguzzi lo sguardo, tu scorgi note marginali e d'altra scrittura, minuta d'assai, che accennano la misera fine di parecchi. Qua trovi il vocabolo interfectus; ove l'altro justitiatus, ove suspensus. Tu senti il freddo della morte, ti sembra visitare un cimiterio popolato di croci.
      Il secondo registro conferma le chiose laconiche ma eloquenti dell'anteriore. Chi dovea assumerlo nel gennaio del 1562, insieme agli Eletti e ai notevoli del Comune, non rinveniva elementi per farlo.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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