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      In un esordio al registro, o meglio processo verbale dichiarasi Guardia in gran parte bruciata; le case in buon numero distrutte, per l'incendio e pel saccheggio operato dai soldati del governatore della provincia per delitto d'eresia e di ribellione armata contro la curia. I deputati al registro chiesero le scritture del Comune; e venne loro risposto essere tutte arse52. Le case dirute erano settantasei: più ancora le vuote. Onde si può dire distrutto l'intiero paese; fino a quel giorno, egli pare, i Valdesi dispersi non erano stati là entro raccolti.
      In quella occasione si chiesero varie indicazioni, fra cui al dottor Molles, che allora procedeva in Montalto, una nota de' pupilli eredi de' morti giustiziati e contumaci di quella terra. Ei rispose di non averla, promettendo di compilarla in seguito a Guardia stessa; ed aggiunse alla lettera una nota de' giustiziati di Guardia, secondo gli atti della Regia Udienza e di fra Valerio, commissario per la sede apostolica53. In questa nota si contano ottantasei nomi, cioè di quelli, sui quali fu istituito un processo più o men regolare dall'inquisizione e dalla Regia Udienza; e perciò non vi sono compresi i nomi di quanti subirono una giustizia sommaria per la campagna dai soldati, o a Montalto dal boia.
      Istituito uno spoglio e un confronto fra i due registri e la nota cosentina, potemmo rilevare per la sola Guardia su 158 famiglie 88 giustiziati, 13 impiccati, 4 ammazzati, 2 condannati alle galere e 6 esuli, obliando quelli che di morte ignota morirono54.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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