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      Il Molles conduceva le sue operazioni con ogni diligenza, lasciando molte famiglie nella più squallida miseria, senza badare alle vedove, benchè rassegnate alla messa, e ai figliuoletti vaganti. La ricchezza di que' contadini consisteva nelle mandrie, negli attrezzi rurali e nelle vigne. Il bestiame era disperso ed ucciso; le vigne tagliate; le case e le suppellettili arse. Che potea restar loro? Nondimeno il valore de' beni confiscati nella borgatella fu di circa 5000 ducati. Filippo II, appropriandosi tali robe appartenute a morti per eresia, ebbe in orrore di contaminare il publico erario, cosa fatta nondimeno da lui più volte; e le devolse alla confraternita della Redenzione de' Cattivi, così detta perchè consacravasi a riscattare cristiani caduti in mano degli infedeli55. E questa nel 1567 cedevale al marchese Spinelli per metà prezzo; e il marchese finalmente passava codesti beni, per un censo annuo, allo stesso Comune di Guardia, cioè agli eredi degli uccisi.
      Dopo il sangue, la spogliazione e le beffe.
      Fra Valerio s'ebbe ricompensa degna di lui. Nel novembre dopo le massime stragi, venne deputato a mantenere le tenebre sull'intiero vicereame, cioè regio commissario inquisitore per tutti i libri che venivano dall'estero56, nemici di spesso alla chiesa di Roma. Il contrabando avea multa di duemila ducati, oltre il resto. Ben a ragione ripeteremo col Paleario essere l'inquisizione un pugnale levato contro tutti gli studiosi e le sincere coscienze; poichè da que' giorni i grandi intelletti meridionali non si fecero conoscere al mondo che pel martirio.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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