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      Sua Signoria a Cosenza al primo del presente ritrovò il Signor Marchese di Buccianico suo cognato, che era all'ordine con più 600 fanti e cento cavalli, per ritornare a uscire di nuovo in campagna, e quella fare scorrere, e pigliare queste maledette genti: e così partì alli 5 alla volta della Guardia, e giunto quivi, fecero commissarii et inviò auditori con gente per le terre circonvicine a prender questi Luterani. Dalli quali è stata usata tal diligenzia, che una parte presero alla campagna; e molti altri, tra uomini e donne, che si sono venuti a presentare, passano il numero di 1400; et oggi, che è il dì del Corpo di Cristo, ha fatte quelle giuntar tutte insieme, e le ha fatte condur prigioni qui in Mont'Alto, dove al presente si ritrovano: e dimandan misericordia, dicendo che sono stati ingannati dal diavolo; e dicono molte altre parole degne di compassione. Con tutto ciò il signor Marchese e il signor Ascanio hanno questa mattina, avanti che partissero dalla Guardia, fatto dar fuoco a tute le case; e avanti avevano fatto smantellare quella, e tagliare le vigne: ora resta a far giustizia, la quale, per quanto hanno appuntato questi signori con gli auditori, e frà Valerio qua inquisitore, sarà tremenda; atteso vogliono far condur di questi uomini et anco delle donne, fino ai principio di Calabria; e fino alli confini, e di passo in passo farli impiccare.
      Certo, che se Dio per sua misericordia non muove Sua Santità a compassione, il signor Marchese et il signor Ascanio ne faranno di loro gran giustizia, se non verrà ad ambi due comandato altro da chi può lor comandare.


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L'inquisizione e i calabro-valdesi
di Filippo De Boni
Daelli Milano
1864 pagine 117

   





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