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      Perciò ne' primi tempi della gestazione in una o più parti dell'utero si forma un'essudazione di materia concrescibile, nella quale penetrano numerosi vasi dell'utero stesso: e nella corrispondente porzione dell'esterna membrana fetale (corion) si adunano, si sviluppano, si intrecciano i vasi ombelicali (que' medesimi che nell'embrione di pulcino appartengono all'allantoide); e così formansi due strati vascolosi detti placente (una materna, l'altra fetale); mediante i quali è provveduto alla nutrizione del feto. La distribuzione ed il numero delle placente fetali è varia ne' differenti ordini di mammiferi. In alcuni, come nell'uomo, la placenta è unica, grossa; e la rimanente porzion del corion è liscia: in altri, come ne' cammelli e ne' cavalli, essa è disseminata sotto forma di un velluto vascolare su tutta la superficie del corion; nelle vacche e nelle pecore le placente sono molto numerose e sparse a guisa di isole rilevate. In tale stato hanno preso il nome di cotiledoni.
      Negli embrioni de' marsupiali il corion è liscio e senza vasi, e non esiste placenta. Per compenso è molto sviluppata la vescica ombellicale co' suoi vasi onfalo-mesenterici; e verso la fine della breve vita uterina anche l'allantoide, co' suoi vasi ombellicali.
      Meglio che ogni ulteriore parola a spiegare i rapporti fra l'embrione ed i suoi inviluppi nel feto de' mammiferi, varrà la qui unita figura.
      Dovendo noi qui arrestarci, senza aggiungere un cenno sul particolar modo di sviluppo degli animali delle altre classi, prendiamo dalla rinomata opera del sig.


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Delle funzioni riproduttive negli animali
di Filippo De Filippi
Vallardi Milano
1850 pagine 61