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      Ed il momento venne pochi anni sono, quando un viaggiatore americano, il sig. Du Chaillou, reduce dell'occidente dell'Africa equatoriale, portò a Londra molte spoglie di gorilla e raccontò di questo orrendo scimione maravigliose cose ai cercatori di novità piccanti. Il gorilla diventò la bestia alla moda, il beniamino de' giornali e delle conversazioni della City, ricomparendo ad ogni tratto al suo posto d'onore, fra il cotone e la politica misogalla. Una viva lotta s'impegnò fra i due più valorosi campioni della scienza anatomica in Inghilterra, fra Owen ed Huxley; ed il pubblico d'oltre la Manica, così colto e così desideroso di coltura, la seguì con quell'attenzione, con quel freddo fanatismo, e con quegli scoppi umoristici che sono un'espressione costante del suo carattere. La partita era così impegnata: Owen da un lato studiando strappare l'uomo dallo stretto consorzio delle scimie; Huxley dall'altro lato lavorando a rafforzar i legami anatomici che ve lo trattengono.
      Val dunque la pena di occuparsi di questa quistione.
      Le scimie colle quali dobbiamo sopportar il confronto sono queste tre che conoscete, l'orang-outang, il chimpansé, il gorilla, e delle quali vi stanno schierate dinanzi le spoglie.
      La prima impressione in guardarle è che differiscono dall'uomo siffattamente da non comprendere come mai sia messa in questione una sì grande distanza; da provare una decisa avversione a subire questo supplizio di Mesenzio a cui certi curiosi cervelli di naturalisti ci vogliono condannare.


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L'uomo e le scimie
di Filippo De Filippi
1864 pagine 53

   





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