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      Una creazione di getto non è concepibile da alcuno, mentre è accessibile ad ogni mente, e fino ad un certo punto effettivamente verificabile, la trasmutazione di una forma nell'altra. Per derivare teoreticamente da un prototipo tutta la successione delle specie, non si ha bisogno che di poter disporre con larghezza d'un solo elemento, del tempo, e di questo ne abbiamo a discrezione.
      Ma i nostri avversari siano anche alquanto ragionevoli e non ci domandino prove impossibili: quelle che siamo in grado di presentare saranno sempre migliori delle loro. Non ci si imponga di fare come quello scolastico, il quale, avendo sentito che i corvi campano due secoli, ne acquistò uno per fare la prova di sua propria testimonianza.
      Le obbiezioni fatte alla teoria detta di Darwin sono di due sorta: le une attaccano il principio generale della mutabilità della specie, le altre il concetto particolare del naturalista inglese sul perpetuarsi delle variazioni col mezzo dell'elezione naturale. Ad alcune di queste obbiezioni, sovratutto fra le prime, si è abbondantemente risposto o si può rispondere, e coloro che le ripetono puramente e semplicemente senza farsi carico delle repliche, non fanno che confessare la propria incompetenza. I precedenti scientifici del prof. Bianconi lo escludono assolutamente da questo numero ed il suo silenzio intorno alla quistione fondamentale riesce per ciò tanto meno concepibile. Egli non poteva esimersi dal mostrare che i caratteri organici pei quali l'uomo si distingue dalle scimie sono di tal natura da non potersi derivare da modificazioni sporadiche divenute permanenti.


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L'uomo e le scimie
di Filippo De Filippi
1864 pagine 53

   





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