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      Combinando questi fatti colla teoria di Darwin, siamo naturalmente condotti a far discendere fino ai marsupiali gli stipiti di diversi gruppi naturali di mammali placentari. La grande differenza che passa fra l'esistere ed il mancare di una placenta, scema d'importanza quando si riflette che in alcuni gruppi compatti di vertebrati, ne' quali l'assenza della placenta è legge, occorre l'anomalia costante di poche specie placentarie (ce ne danno esempio i Seps fra i sauri, secondo le belle osservazioni del professore Studiati di Pisa, ed il Mustelus laevis, fra i pesci, secondo le classiche ricerche di G. Müller). La vescichetta ombellicale che si protrae tanto avanti nella vita fetale de' marsupiali, si conserva pure fino al termine della gestazione negli ovistiti (Rudolphi). La particolarità tanto caratteristica della mancanza del corpo calloso nel cervello de' marsupiali si presenta pure qualche volta sporadica perfino nella specie umana (un esemplare di cervello umano senza corpo calloso si conserva nel gabinetto di Torino).
      L'ipotesi della derivazione de' così detti quadrumani da equivalenti marsupiali, è pure convalidata dalla composizione delle serie, terminata ciascuna da una specie scodata. Come il ramo degli eopiteci (scimie dell'antico continente) si tripartisce ne' tre rami secondari macachi-chimpansé, babbuini-gorilla, semnopiteci-orang-outang, così ne' lemurini abbiamo le due serie Lemur-Lichanotus (con solo rudimento di coda) e Tarsius-Stenops, e ne' marsupiali la serie Phalangista-Lipurus.


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L'uomo e le scimie
di Filippo De Filippi
1864 pagine 53

   





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