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      A questo punto il Manzoni entra direttamente in iscena, ed osserva: "A nessuno verrą, spero, in testa di dire che sarebbe stata cosa pił semplice fare addirittura una tavola sola. Ve l'ho dato per un brav'uomo, ma non per un originale, come si direbbe ora; vi ha detto ch'era umile, non gią che fosse un portento di umiltą. N'aveva quanta ne bisognava per mettersi al di sotto di quella buona gente, ma non per istar loro in pari." Questo brano mi pare abbastanza eloquente per sč, nč mi obbliga ad aggiugnere altro intorno al modo con cui il Manzoni sentiva la propria signoria(5),
     
     
     
     
      III.
     
      Il Manzoni a scuola.
     
      Io non mi fermerņ ora a darvi notizie della culla del Manzoni, che fu ritrovata e si conserva in una villa del signor Rosinelli a Mozzana sopra Galbiate; nč della cascina detta La Costa, ove il grand'uomo fu allattato da Caterina Zanzeri, nč di questa nutrice, la quale vogliono che fosse svelta, vivace e piacevolona(6). Ma non č senza importanza il fatto che a soli sei anni il fanciullo Manzoni fu allontanato da casa sua e chiuso nel Collegio de' Frati Somaschi di Merate, ove rimase dall'anno 1791 all'anno 1796(7). La mamma ve l'accompagnņ, ma scomparve intanto che il fanciullo era tenuto a bada da un frate maestro. Si possono facilmente immaginare gli strilli del povero fanciullo non appena egli s'accorse che la mamma sua l'aveva lasciato; ma, poichč ad uno de' prefetti parve pure che il pianto durasse troppo, il fanciullo ricevette un colpo sulla guancia accompagnato da queste parole: "E quando la finirete di piangere?


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





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