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      L'ingratitudine è cosa mostruosa in tutti, ma più nei grandi ingegni. Ora io non posso credere che il Manzoni degli scrittori che lo fecero maggiormente pensare, e quello che importa, pensar giusto. Io ho voluto rileggere la Vita di Dante scritta dal Lomonaco. Ora, udite quali parole si leggono in fine di quella Vita: "I benemeriti della repubblica letteraria non sono i pedanti, o i servili imitatori, bensì quei che informati di una qualche potenza vivificativa sanno altamente e profondamente pensare. Un filosofo interrogò una volta l'Oracolo: quai mezzi praticar dovesse per divenir immortale, e l'Oracolo gli rispose: Segui il tuo genio." Ci sono simpatici quegli scrittori che esprimono meglio i nostri proprii sentimenti; il Manzoni deve aver detto leggendo tali parole: esse furono scritte per me; ed averle presenti quando, due o tre anni dopo, scriveva in Parigi il suo programma civile e poetico, ossia il Carme per l'Imbonati(23).
      È vera fortuna per l'Italia che, nella primavera dell'anno 1805, Alessandro Manzoni abbia dovuto recarsi in Francia. È possibile, invero che proseguendo a rimanere in Milano, a respirar l'aria delle scuole letterarie d'Italia, a vivere tra le maldicenze puerili e pettegole de' nostri letterati, egli, a malgrado di tutta l'originalità del proprio ingegno, non avrebbe trovato così presto quella forma chiara, schietta, popolare di linguaggio, pel quale veramente col Carme dell'Imbonati per la nostra poesia incipit vita nova. A Parigi egli si trovò libero d'ogni impaccio scolastico, ed il suo genio, per la prima volta, potè spaziare per vie proprie e non ancora battute.


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





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