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      Di te tant'alto io promettea." - "Deh! come,
      Pindaro rispondea, cura dei vatiAver le Muse io crederò? Se culto
      Placabil mai degl'Immortali alcunoRendesse all'uom, chi mai d'ostie e di lodi,
      Chi più di me, di pregi e di cor puro,
      Venerò le Camene?(41)
      Or, se del mioDolor ti duoli, proseguir, deh! vogli
      L'egro mio spirto consolar col canto"
      Tacque il labbro, ma il volto ancor pregava,
      Qual d'uom che d'udir arda, e fra sè temaDi far, parlando, alla risposta indugio.
      Allor su l'erba s'adagiàro, il plettroUrania prese; e gli accordò quest'inno
      Che, in minor suono, il canto mio ripete.
     
      Ma spogliando il Carme del suo apparato mitologico, noi troviamo in esso i sentimenti particolari del poeta e però un nuovo elemento biografico, del quale ci giova tener conto. Il poeta Pindaro, dopo aver dato prove del suo valore poetico ed onorate le Muse, riesce improvvisamente dubitoso delle proprie forze; onde la Musa discende a rimproverarlo insieme ed aggiungergli coraggio. Il Manzoni, quantunque vago di riposo, quando s'accingeva all'opera non s'arrestava facilmente innanzi alle cose difficili; anzi, metteva più forte impegno per riuscire; il modo con cui tormentò sè stesso negli Inni Sacri, lo sforzo giovanile per frenare i versi volubili e ribelli, il lungo, ostinato studio ch'egli, lombardo, pose nella parlata fiorentina, possono servire di commento a questi versi dell'Urania:
     
      .... Baldanza a quel voler non tolseDifficoltà, che all'impotente è freno,
      Stimolo al forte.
     
      Le Muse e le Grazie discendono sulla terra e recano i loro benefici ai mortali, cioè la pace, la concordia, la pietà. I versi seguenti del Manzoni, non ancora cattolico, concordano perfettamente col fine dell'Inno sulla Pentecoste, e col precetto evangelico che la mano sinistra non deve sapere quello che fa la destra, e ci dimostrano insomma ch'è una poco pia menzogna il miracolo della conversione dall'ateismo, dal materialismo e dal cinismo del Manzoni, che non fu mai nè ateo, nè materialista, nè cinico.


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





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