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      Ora possiamo dire che avevamo ragione." Al che il Manzoni volendo mostrare che egli vi aveva avuto poco merito, perchè l'unità era inevitabile, con un malizioso sorriso avrebbe risposto: "Il padre del nostro amico Torti, che aveva sempre freddo, cominciava al primo fresco di settembre a dire: Vuol nevicare. A ottobre e novembre sentiva crescere il freddo e ripeteva: Nevica di sicuro. Finalmente, a gennaio o febbraio s'aveva una gran nevicata, e il buon Torti esclamava: L'avevo detto io che doveva nevicare." Ma, un anno innanzi, prima che il Mazzini gli facesse visita, egli, che era sempre stato un po' repubblicano e molto unitario, compiacevasi, in somma, di avere indovinato giusto giusto come il padre del Torti. "Alla fede dell'unità d'Italia (egli diceva) ho fatto il più grande dei sacrificii che un poeta potesse fare: quello di scrivere scientemente un brutto verso."
      Questo brutto verso si trova in un frammento di Canzone petrarchesca composta dal Manzoni nell'aprile dell'anno 1815, quando Gioachino Murat bandiva il suo famoso Proclama di Rimini, col quale chiamava alle armi gli Italiani, in nome dell'Unità italiana. Ma intanto che il Manzoni scriveva, la rotta di Tolentino, con tutti gli ambiziosi disegni del Murat, faceva cadere la penna di mano al nostro giovine Poeta, che, a mezzo della quinta strofa, si arrestava. Il frammento, più che quattro strofe finite, ci presenta un solo abbozzo, ove conviene tener molto conto de' pensieri ed usar qualche indulgenza alla inelegante povertà del verso.


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





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