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      Noi lasciamo, come lui, la cosa in dubbio(69).
      La persona dell'Autore viene, per lo più, ad accrescere la forza de' sentimenti de' suoi personaggi; a colorirli più gagliardamente; occorreva un grande poeta per far così commovente l'addio di Lucia ai suoi monti, occorreva un buon patriotta per far sentire con tanta tenerezza il dolore di chi si stacca dalla patria. Ma talora i sentimenti dell'Autore che si mettono fra quelli de' suoi personaggi appaiono soverchianti e guastano una parte dell'effetto artistico.
      Chi è rimasto veramente commosso, per un esempio, dall'addio di Lucia, desidera rimanere in quella commozione, e non vorrebbe accogliere nell'animo alcun sentimento diverso da quello. Ma il Manzoni vuole ad ogni costo che prevalga ne' dolori umani il sentimento della rassegnazione cattolica; quindi, senza pure accorgersi che la commettitura o la toppa cattolica riesce troppo evidente, non badando ad alcuna regola di transizione, dopo l'ultimo addio di Lucia, soggiunge senz'altro: "Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de' suoi figli se non per prepararne loro una più certa e più grande." Per arrivare a un tal sentimento, Lucia avea bisogno di un po' di preparazione; e il Manzoni, da quel profondo psicologo che era, lo dovea sentire meglio d'ogni altro. Ma è assai possibile che nella prima composizione del romanzo quella pia appendice non esistesse, e che per solo suggerimento di alcuno dei suoi revisori egli l'abbia introdotta nel secondo manoscritto o sulle prove di stampa.


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





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