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      (17) Cfr. il paragrafo VI.
      (18) La lettera è questa; il Manzoni era ancora in Milano, onde partì soltanto nella primavera, dopo la morte dell'Imbonati:
     
      Ad Andrea Mustoxidi.
     
      In appendice alla mia del passato ordinario ve ne acchiudo un'altra del nostro amico Manzoni. Egli ha voluto farla passare per le mie mani, perchè mi risguarda direttamente e contiene una sua onesta disapprovazione dell'essermi io avvilito a parlare di De Coureil. Del quale mio errore io non meriterei veramente perdono, se non mi scusasse il fatto di quelli che hanno confuso il reverendo lor nome con quello d'un pazzo, e si sono condotti peggio di me, e non veggo che abbiano ancor redenta questa ignominia, separandosi da così vile e disonesta compagnia.
      Vera è pur troppo la riflessione di Manzoni che, prendendo briga col De Coureil, è forza che i buoni si scordino di quella gentilezza che pure è il primo frutto delle lettere, vero per conseguenza che in quella mia nota sono corsi dei termini non gentili. Ma se un facchino imbriaco, mentre io vado per la mia strada, mi viene addosso con villanìa, e mi lorda di fango, dovrò io dirgli: - Signore, siate più rispettoso coi galantuomini; signore, maltrattatemi con più discrezione; considerate, vi prego, che mi si deve un poco più di rispetto - e altre simili gentilezze? Chi può dunque incolparmi d'aver dato al mio critico i nomi ch'ei merita? Le creanze si usano con chi le pratica, e il bastone con gli asini mal educati. Ma parlerò con altro linguaggio, se avverrà che io sia forzato a drizzare più alto il mio giusto risentimento.


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





Cfr Manzoni Milano Imbonati Andrea Mustoxidi Manzoni De Coureil Manzoni De Coureil