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      Teneva gli occhiali inforcati sul naso, e leggicchiava non so qual commedia di Goldoni. Scorta sur un tavolino una copia dei Promessi Sposi, mio padre chiese al buon vecchio che ne pensasse, e quegli rispose aver provato alquanto fastidio nel leggere il primo capitolo, ma pur voler trapassare al secondo. Ne mostrò poi una bella lettera scrittagli dal Manzoni nell'inviargli in dono il suo libro."
      (20) Mi giova qui intorno al Pagani riferire per intiero la nota che trovasi nell'importante volume del Romussi; "Giambattista Pagani fu condiscepolo di Manzoni nel Collegio dei Nobili (Longone) di Milano, e gli conservò sempre un'amicizia che molti anni di lontananza non riescirono nè a spegnere, nè ad indebolire. Fino ai loro ultimi giorni si scambiarono con schietta cordialità proteste di affetto; e la ritrosia di Manzoni in questi ultimi anni a scriver lettere non lo fece mai tardo nel rispondere all'antico amico. Il Pagani era nato nel 1784 in Lonato: era quindi maggiore di un anno di Manzoni. Terminati gli studii del Collegio, il Pagani passò a Pavia a studiar giurisprudenza, e colà conobbe Vincenzo Monti, che teneva cattedra d'eloquenza, e che lo accolse fra i suoi famigliari. In quel tempo Manzoni erasi recato a Venezia, e di là mandava all'amico i versi che man mano scriveva, fra cui un Sermone allo stesso Pagani indirizzato, e nel quale parla dapprima della vocazione ch'ebbe fin dall'infanzia di essere poeta e giustifica il genere satirico di poesia, cui intendeva consacrarsi.


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





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