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      Già sufficentemente stabiliti in questa peregrinazione provvisoria, noi ci siamo ormai avvezzati alla nostra nuova situazione, ed io principalmente mi trovo in uno stato di quiete d'animo, e talvolta direi quasi di contentezza, della quale non saprei forse dare le ragioni io stesso; ma una mancanza, alla quale nulla può supplire, uno spazio che null'altra cosa può occupare, è sempre per me l'assenza di alcuni pochi amici, e quella singolarmente di uno, il quale mi ama, come merita egli d'esser amato. Non saprei altrimenti esprimere l'idea che ho dell'amicizia vostra, e se il riconoscere la mia fortuna può darmi taccia d'orgoglio, preferisco quest'accusa a quella d'ingratitudine. La venerazione e l'affetto ch'io nutro per voi, sarà, spero, un sentimento ereditario nella mia famiglia, e Giulietta, che ha più memoria nel cuore che nella mente, me ne ha già dato un segno, contandomi di essersi più volte rallegrata qui alla domenica dal pensiero che si andrebbe in casa Giudici: nè l'interruzione, nè la mutazione degli oggetti hanno potuto impedire che nascesse in lei questo pensiero così dissociato da tutte le sue attuali abitudini.
      Serbando la legge del silenzio così ragionevolmente imposta agli scrittori in ciò che riguarda i loro parti, io non vi avrei certo fatto parola di quel povero Carmagnola; ma voi mi avete aperto un adito, e addio silenzio! Lasciate adunque che io vi ringrazii dell'avermi voi dato il più bel premio, e nello stesso tempo la più utile scuola che un manufatturiere di poesie possa desiderare, cioè la cognizione dell'impressione che un suo lavoro ha prodotta su un animo elevato e su un ingegno grande ed esercitato.


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





Giulietta Giudici Carmagnola